Scarlett Johansson sta cercando ruoli nuovi rispetto a quelli che le potrebbero proporre a Hollywood. Questo film di Luc Besson possiede una fascinazione unica nel suo genere, perchè pur essendo una storia del tutto inventata il personaggio di Morgan Freeman ci guida lungo la sua nascita, e cioè quella di una nuova classe evoltiva.
Mentre una sostanza chimica liberatasi accidentalmente nel suo corpo trasforma Lucy (Johansson come già Bradley Cooper in Limitless, ma i riferimenti sono molteplici: Akira, 2001: Odissea nello spazio, The Matrix, The Tree of Life, Transcendence) in un essere superiore (simile al Dr. Manhattan), risvegliando e sbloccando ogni singolo angolo dormiente del suo cervello, l’unica persona che può aiutarla a gestire ciò che le sta accadendo e a capire dove potrebbe portarla è il professor Samuel Norman, i cui decenni di ricerche sul potenziale del cervello lo hanno reso un’autorità in questo campo.
Freeman è un appassionato di scienza, particolarmente entusiasta delle capacità della mente, e per Besson è stato più che naturale sceglierlo per la parte: “Morgan Freeman è il professore perfetto per due ragioni. Prima di tutto, lui è affascinato dalla teoria che sviluppiamo nel film perché conosce il campo, cosa che io non sapevo prima di incontrarlo per il film. Per lui era un piacere anche solo parlarne. Poi, lui è un attore così bravo che si crede a qualsiasi cosa lui dica”.
Nel film poi ci sono un sacco di riferimenti a Lucy, l’Australopithecus afarensis, il più celebre e completo fossile di ominidie scoperto nel 1974 e vissuto 3,5 milioni di anni fa, non a caso è anche il nome del personaggio interpretato da Scarlett Johansson. Conclude il professore interpretato da Morgan Freeman, sorpassare la soglia limite darebbe al cervello la possibilità di accrescere il suo potenziale in maniera esponenziale. “Dopo il controllo della mente, c’è il controllo del corpo. E dopo…quello della materia”. Che è proprio ciò che Lucy è in grado di fare verso la fine del film.