Ebbene si ho aspettato la puntata finale di Leftovers per esprimermi. Il perché è presto detto, le prime puntate non mi avevano entusiasmato, perché non avevo interpretato lo spirito esatto della serie. In una serie tv dove accade un evento che fa sparire della faccia della terra il 3% della popolazione presente mi immaginavo che al pari di FlashForward o The Event giusto per fare due esempi lo scopo dei protagonisti fosse cercare di capire dove fossero finiti tutti gli scomparsi.
Questa serie HBO è diversa. Lo scopo di Leftovers è letteralmente quello creare quel senso di disagio e panico che si verifica quando non sei padrone di quello che ti capita intorno e tutto va in frantumi. Questo lo vediamo attraverso gli occhi dei protagonisti, lo sceriffo Kevin Garvey su tutti. E infatti il pubblico si è letteralmente diviso tra il considerarlo o no un capolavoro. Naturalmente se ne scrivo così appassionatamente è perché sono tra quelli che pensano che Damon Lindelof, già autore di Lost, abbia fatto un egregio lavoro. Certo posso capire che alcuni siano frustati dalla mancanza di risposte. Ma bisogna essere nei confronti di questa serie dei ‘credenti’, è l’esperienza del viaggio che conta non l’arrivo. Il viaggio è di quelli mistici, come sempre nelle opere di Lindelof la religione e il trascendente sono un elemento fondamentale e tutti i suoi personaggi sono personaggi alla ricerca di quella dimensione che posso capire non tutti riescano ad apprezzare.
Non voglio spoilersre per cui vi dico solo che questa puntata finale è veramente dirompente a tratti apocalittica nelle sue atmosfere. Il fulcro sono i Guilty Remnants la setta di persone vestite di bianco a cui appartiene Laurie la moglie dello sceriffo i quali innescano lo scoppio di violenza finale che da solo vale tutta la serie splendidamente condito dalla sottotrama del ritorno del figliol prodigo che da il titolo a questa ultima puntata di stagione. Non dimenticate sembrano dirci questi personaggi veramente enigmatici, non dimenticate gli orrori e non smettete di farvi domande. Tutto questo esce dai canoni di una normale serie tv m questo è il marchio di fabbrica di Lindelof oltrepassare lo specchio magico, lo schermo tv per vivere una storia reale.