Utopia è l’ennesimo capolavoro inglese:
Un forum di discussione pieno di Nerd, una graphic novel scritta da un pazzo, una malattia misteriosa, una ex studentessa di medicina, un tecnico informatico, un uomo che è riuscito a rendersi “invisibile” sul web e un ragazzino di famiglia difficile, una Londra misteriosa, una caccia al coniglio, il misterioso Mr. Rabbit.
Cosa li lega? The Utopia Experiments naturalmente.
Utopia è l’incubo e il sogno di ogni complottista, una regia magistrale e degli interpreti incredibili: Adeel Akhtar, Paul Higgins (Line of Duty, Hope Springs), Alexandra Roach (The Iron Lady, Anna Karenina) e Nathan Stewart-Jarrett (Misfits) fra gli altri.
Torna Utopia, una delle serie tv più intriganti di sempre, una delle serie tv più Nerd di sempre. Scritta da Dennis Kelly e prodotta da Channel 4.
20 marzo 1979 in piena crisi petrolifera siamo a Roma, in italia durante gli anni di piombo. Moro è stato ucciso e l’omicidio Pecorelli è perpetrato davanti ai nostri occhi. Facciamo la conoscenza dei giovani Milner (Agente dell’ MI5 e menbro di The Network, Mr. Rabbit in persona?) l’attrice Rose Leslie (Game of Thrones) e Philip Carvel genetista, che è anche il Mark Dane disegnatore della graphic novel, l’attore Tom Burke (I Moschettieri, Grandi speranze). Ma soprattutto scopriamo l’origine e la scoperta di “Giano” un gene creato per sterilizzare l’umanità. Un gran colpo di genio ambientare negli anni ’70 la prima puntata della seconda stagione.
Tutti i personaggi e gli eventi citati sono successi veramente nel giro di dieci giorni a fine marzo 1979: 20 marzo l’assassinio di Mino Pecorelli, 22 marzo l’omicidio dell’ambasciatore inglese in Olanda, 28 marzo il voto in Inghilterra che ha visto vincere la Thatcher grazie anche all’assenza per malattia di Alfred Broughton che morirà pochi giorni dopo, e nello stesso giorno l’incidente nucleare a Three Mile Island, 30 marzo l’attentato a Airey Neave e anche la bomba sull’aereo da Tel Aviv al JFK del 1974.
Rimane il rimpianto che non rivedremo facilmente Rose Leslie e Tom Burke recitare insieme e questo è un vero peccato perchè una grande alchimia li unisce, molto bravi entrambi. Regia, fotografia e montaggio come sempre magnifici.
Lo ripeto ogni volta ma gli inglesi riescono a creare con meno mezzi degli americani degli serie tv allo stato dell’arte, una vera garanzia, forse badano di più alla qualità e meno al profitto a tutti i costi.