Ieri ho acquistato la famosa graphic novel di Frank Miller, 300. Premio Eisner per “Miglior miniserie”, Miglior Scrittore/Artista” per Frank Miller e “Miglior Colorista” per Lynn Varley. Il racconto di una grande epica impresa. Leonida e i suoi 300 Spartani infatti non sono protagonisti di una tragedia. Il loro sacrificio è un tassello fondamentale che andrà a comporre la vittoria dei Greci sui Persiani di Serse, come proprio la fine del fumetto fa capire. E il re Spartano ha la statura e lo spirito di un eroe di Omero, ma non la devozione: la sua razionalità e i suoi lucidi calcoli politici lo rendono un grande personaggio moderno. Il suo affetto per i soldati e l’amore per la moglie lo rendono umano.
Il fumetto nasce da un ricordo cinematografico del Miller bambino che nel 1962 aveva visto il film The 300 Spartans scoprendo un nuovo volto dell’eroe: quello di chi muore per difendere un ideale. 300 ritornerà al cinema con l’occhio e la grafica di Miller nel 2006 con Zack Snyder. Eroi che difendono la civiltà e quindi, da uomini tutti di un pezzo contrapposti a mostri e maschere crudeli non possono che odiare e combattere decidendo che “no retreat no surrender” diventi la loro linea di condotta.
Approfondimenti suggeriti:
L’arte occidentale della guerra di Hanson Victor Davis
L’arte occidentale della guerra ci fa rivivere – quasi in diretta – le battaglie tra le città-stato dell’antica Grecia. Hanson non si limita ad allineare testimonianze scritte, iconografiche e archeologiche, ma si cala nei panni – o meglio, nelle armature – degli antichi combattenti, per farci respirare l’eccitazione e la paura, la solidarietà tra compagni di linea e la ferocia del corpo a corpo, ma anche i suoni, gli odori, la fatica.
Storie di Erodoto
La grande storia di Erodoto, uno dei padri della storiografia, narra la lotta tra Europa e Asia, ossia i contrasti tra Greci e “barbari”. Dopo alcuni rapidi accenni alle origini mitiche del dissidio, Erodoto passa ad analizzare le cause delle guerre persiane, interrogando fonti di prima mano (orali e non) per discernere il vero dalla menzogna. Ma Erodoto è innanzitutto un narratore, e non disdegna di arricchire il proprio discorso riferendo miti e versioni fantasiose, disseminando nell’esposizione dei fatti storici innumerevoli excursus sui più vari aspetti dei territori e delle genti di cui tratta: usi, costumi, favole e leggende, economia e religione vengono descritti con grande attenzione, con curiosità, interesse e a volte con meraviglia, fino a costituire una sorta di variegata enciclopedia delle popolazioni del Mediterraneo. È un racconto, quello di Erodoto, che non stanca mai e che come i grandi classici continua a dispensare piacere e sapere, senza risentire dello scorrere del tempo.
Termopili. I giorni della gloria di Giovanni Naracci, Stilo
Dopo la sconfitta subita a Maratona a opera degli ateniesi, Dario vuole organizzare un’altra armata di invasione, ma non vi riesce. Il figlio Serse riprende il programma e, nel 480 a.C., invade la Grecia. Le città greche non hanno una strategia per impedire l’invasione e i risultati di difesa sono deludenti, ma Leonida e Temistocle decidono di fermare l’invasore. Il re di Sparta è convinto che sia possibile fermarlo solo in un passo stretto come le Termopili, avendo a disposizione solo i trecento soldati della sua scorta personale. “La voglia di raccontare in Narracci è dominata da una profonda fede etica. Nei tempi in cui viviamo, di fronte all’assalto dei barbari dell’economia e della superficialità, di fronte all’analfabetismo di ritorno e all’inciviltà fatua e violenta, c’è ancora un Leonida o un Temistocle capace di sacrificare se stesso per fermare l’invasione? Narracci ci crede, lancia un grido di dolore e addita il mito come specchio, come esempio da ricalcare. I barbari dei nostri tempi, come i persiani di allora, possono essere fermati, occorre soltanto credere nelle proprie forze e occorre una dedizione totale al valore rivoluzionario della cultura.”