Per coloro che non conoscevano Jared Leto prima che ricevesse l’Oscar strameritato per attore non protagonista del film Dallas buyers club vorrei proporre questo film che non è mai stato distribuito in italia, si tratta di un gran film sull’incertezza e la paura dell’oblio. Siccome Leto è anche il leader, cantante e autore dei testi dei 30 seconds to mars vi suggerisco anche l’ascolto degli ultimi due grandissimi dischi.
Il signor Nemo è un vecchio ultracentenario ed è il protagonista di un reality che segue in diretta gli ultimi giorni (mesi, anni) della sua vita. Perché tanto interesse? Perché Nemo è l’ultimo essere mortale rimasto sul nostro pianeta da quando le scoperte scientifiche hanno consentito di raggiungere la quasi immortalità. Nemo però ricorda ben poco della sua vita passata, una vita che non è una ma molteplice. Jaco Van Dormael torna a fare cinema dopo una lunga assenza e lo fa con un film che affronta la complessità delle possibilità che ognuno di noi si trova davanti.
Il Signor Nessuno che porta in scena è di fatto tutti noi. Perché Nemo nel corso della sua vita si trova dinanzi a una molteplicità di scelte che potrebbero indirizzarla in un senso piuttosto che in un altro. A partire dalla sua nascita, in cui deve scegliersi la coppia di genitori più piacevole, tutto è legato a scelte e a successive casualità. Così assistiamo al momento in cui i genitori si dividono. Nemo bambino può correre dietro al treno su cui la madre sta partendo, raggiungendola, oppure rimanere con il padre. A seconda di quanto accade gi si aprono davanti due diverse vite. Il pensiero di chi legge correrà quasi inevitabilmente a Sliding Doors. Qui ci troviamo però in una struttura narrativa in cui non ci si limita a un percorso binario (o scegli A o scegli B). Le possibilità si moltiplicano così come i possibili innamoramenti e vite di coppia. Il problema diventa allora controllare la sceneggiatura facendo in modo che lo spettatore si addentri nell’intrico delle possibili vite senza però perdere l’orientamento. Se si pensa che il montaggio ha richiesto un anno di lavoro si potrà comprendere quanto Van Dormael si fosse posto chiaramente il problema. Il risultato finale gli dà ragione grazie anche alla levità di uno stile capace di raccontare la realtà con tratti surreali. Ovviamente non aspettatevi una ‘conclusione’. Nel finale il giocoliere Jaco vi metterà di fronte a nuove possibilità ricordandovi anche, se siete genitori, che ci sono scelte che ai figli non possono essere chieste.
“Non sai mai cosa succederà, anche quando fai un film. È come lanciare una bottiglia in mare aperto” dice il regista Jaco Van Dormael. Ma la comprensione a tutti i costi, seppur ricercata, non è dominante per Jared Leto che procede pieno di dubbi, più interessato alle domande che alle risposte. Non si professa credente ma, in fondo, ha sempre un po’ invidiato la fede del fratello che ogni mattina si svegliava e leggeva una pagina della Bibbia: mi diceva che Dio guidava la sua mano e lo aiutava a comporre. Se non c’è la fede, c’è il tempo che assorbe il pensiero: “per Mr Nobody ho letto molti scritti sul tempo, in particolare “La fin des certitudes” un saggio di Prigogine, in cui lui dice di aver sbagliato tutte le sue teorie sul tempo... M’interessa tutta la natura del tempo, come lavora sulla nostra vita e i buchi che crea nella nostra vita… In fondo, come scriveva anche Milan Kundera, “abbiamo l’impressione che niente verrà dimenticato e tutto verrà riparato e invece, alla fine, niente viene riparato e tutto viene dimenticato”. Non so cosa sia il successo, non sono riuscito a darmi una risposta. Però mi dico anche che in fondo anche i film saranno tutti dimenticati”.
Il penultimo lavoro dei 30 second to mars è del 2009, è infatti con This is war che il gruppo si fa conoscere al di fuori degli USA, il disco è prodotto da Flood, storico produttore di U2 e Depeche Mode. I Thirty Seconds to Mars invitano tutti i fan a partecipare alla registrazione del terzo album recandosi al Summit del 26 aprile 2009, che si svolge all’Avalon Club di Los Angeles. Il Summit è l’esperimento dei 30 seconds to mars che coinvolge i fan nella prima registrazione globale della storia. Il gruppo ha registrato gli applausi, le grida e i cori del proprio pubblico e tutto questo, poi, è stato impiegato come materiale per il nuovo album. Nel 2012 esce Love, Lust, Faith and Dreams, la copertina è caratterizzata dall’opera Isonicotinic Acid Ethyl Ester dell’artista inglese Damien Hirst e prodotto da Steve Lillywhite, anche lui sotirco produttoe degli U2.
Il disco, come da titolo, è un concept album sull’amore, la lussuria, la fede e i sogni. Si caratterizza rispetto ai precedenti lavori della band per il massiccio uso dell’elettronica, della sua orchestralità e per l’originalità delle sue composizioni.