I guerrieri dello spirito. Templari, cavalieri teutonoci, assassini, samurai, kamikaze di Leonardo Vittorio Arena, Mondadori
Semre dello stesso autore ho letto Samurai, un gran bel libro, ma questo è anche meglio.
Oggi c’è un grande interesse per l’arte della guerra. Lo rivela il successo di opere come “L’arte della guerra” di Sun-tzu o “Hagakure” di Yamamoto Tsunetomo. Dietro ai manuali di strategia militare si scopre un’idea, una religione che nobilita la lotta. In Oriente come in Occidente le più diffuse dottrine religiose sembrano aver valorizzato in certe pagine della loro storia la forza e la violenza.
Questo è vero per le genti del Libro: gli ebrei dell’Antico Testamento, i crociati e gli Ordini guerrieri cristiani, dai Templari agli Ospedalieri, sino ai Cavalieri Teutonici, la setta islamica degli Assassini. Ma anche per i culti dell’Asia: basterebbe pensare ai Thug, strangolatori devoti alla dea Kali, celebrati da una ‘fiction’ che va da Emilio Salgari a Indiana Jones.
E persino il buddhismo, religione pacifica per eccellenza, esibisce i monaci guerrieri giapponesi (‘sohei’) o gli imbarazzanti trascorsi del clero tibetano. D’altra parte, le spade dei samurai sono al servizio di un sistema sociale fondato sui valori dello spirito. Difficile tracciare i confini tra laici e religiosi riguardo alla “guerra santa”: concetto che, purtroppo, torna di moda dopo l’11 settembre. L’Occidente sembrava averlo cancellato con l’Illuminismo, quando invece i kamikaze del Medio Oriente, emuli dei giapponesi, ripropongono un’interpretazione estremista del ‘jihad’.
Un filo sottile sembra unire, nel tormentato itinerario della Storia, i Templari ai terroristi. In questo libro Leonardo Vittorio Arena mescola la storia alla filosofia e alla narrazione, e analizza in profondità il fenomeno della lotta religiosa nella sua portata universale. Vi si scorge la risposta a domande sempre attuali: cosa vogliono, e perché lottano i guerrieri dello spirito? Che impugni una spada o un mitra, in nome di quale causa la loro mano sembra più salda? Come mai accolgono di buon grado la morte, e sono disposti a darsela? Esiste una guerra giusta? Immortali pedine nell’eterna lotta tra il bene e il male, i guerrieri dello spirito ci rammentano il nostro passato, dove i contorni dei due fronti tendono a confondersi. Si sospenda il giudizio sulla loro attività, ma non si può fare a meno di osservarne il conflitto interiore, l’ambivalenza e un senso di colpa appena soffocato che non distolse questi militi dalle loro gesta, destinate a mutare il corso dell’umanità.