Di un film di spionaggio (a questo proposito leggere 10 film di spionaggio che un geek deve vedere assolutamente) è bene rivelare il meno possibile affinché lo spettatore possa costruirsi una sua idea su chi è cosa e godersi tutta l’azione che può sperare di trovarci, come il bellissimo e recente Safe House. Soprattutto se alla regia c’è Phillip Noyce che ben conosce la materia e ci ha regalato film come Giochi di potere, Sotto il segno del pericolo o The Quiet American. Noyce, anche se poi ci ha proposto un film di forte impatto sociale come La generazione rubata, non ha messo in soffitta i ferri del mestiere. Cogliendo inoltre qui una straordinaria opportunità. Perché avendo (fortunatamente) incassato la rinuncia di Tom Cruise si trova a dirigere una Jolie ormai tanto carica di gossip quanto di esperienza. È di quest’ultima che Noyce si avvale con grande abilità e astuzia.
Riesce cioè a sfruttare le doti dell’Angelina/Lara Croft o fumettistica protagonista di Wanted con quelle dell’interprete dell’intensa madre di Changeling. Ci offre così una spy story che rispetta tutti i canoni del genere (ivi compresi anche i più inverosimili) ma offre al contempo (e quasi per assurdo) ad Evelyn Salt sostanziose dosi di umanità e verosimiglianza. È da questo mix riuscito che emerge un film che potrà appassionare sicuramente gli amanti del genere ma che non verrà disdegnato anche da quegli spettatori che dal cinema si attendono un intrattenimento in cui l’iperbole sia frutto dell’intelligenza e non velleitaria copertura della mancanza di idee.