Silenzio, di Shusaku Endo, Corbaccio
Oggi consiglio un capolavoro assoluto da cui Martin Scorsese ha deciso di trarre un film che potrebbe avere come protagonisti Daniel Day–Lewis e Benicio Del Toro nella parte dei due gesuiti.
Nagasaki, 1633: l’indomito padre gesuita Cristóvão Ferreira, che da anni si batte in Giappone per diffondere il cristianesimo, ha rinnegato la vera fede ed è diventato un apostata: questa è la notizia sconvolgente che giunge a Roma. La Compagnia del Gesù decide allora di inviare in Oriente due giovani fratelli, Sebastião Rodrigues e Francisco Garrpe per compiere un’indagine all’interno della chiesa locale. I due gesuiti però, partiti pieni di ideali e di entusiasmo, si scontrano ben presto con la dura realtà del Giappone dei Tokugawa e delle persecuzioni (Nel 1637 ci sarà la famosa rivolta dei samurai cristiani guidati dall’Inviato del Cielo Amakusa Shiro, raccontata nel libro Il crocifisso dei samurai di Rino Cammilleri, per chi vuole approfondire può leggere il cerchio e la croce.
I sospetti cristiani vengono costretti dalle autorità giapponesi a calpestare immagini sacre: chi si rifiuta viene torturato e ucciso, mentre chi accetta viene deriso e costretto a vivere ai margini della società, rifiutato tanto dalla comunità cristiana quanto dai giapponesi. La vita in Giappone si fa sempre più difficile per Rodrigues che ora vive in prima persona le persecuzioni e che finisce, evangelicamente, per essere tradito dall’amico Kichijiro, il suo «Giuda», mentre implora Dio di rompere il suo «silenzio».
Impostato sul contrasto tra due forze – l’enigma dell’«anima» giapponese e la sicurezza « ideologica» del cristianesimo occidentale – questo romanzo descrive la persecuzione contro i cristiani nel Giappone della prima metà del diciassettesimo secolo.
Di fronte al martirio di molti e all’apostasia di alcuni, Dio sembra non voler parteggiare né per gli uni né per gli altri. Il suo silenzio pesa su tutta la vicenda quasi fosse la risposta all’interrogativo del protagonista: la rivelazione cristiana è destinata anche all’Oriente?
Il romanzo ha anche una dimensione autobiografica. L’autore appartiene alla minoranza cattolica e riflette nei suoi personaggi il conflitto tra la sua fede e la «fangosa palude giapponese », cioè la millenaria cultura di un paese che tende a inghiottire e a integrare ogni forma di pensiero e di credenza di origine esterna.
Il problema è quello dell’angoscia intorno al senso della fede. Una fede « creduta» ma che resta estranea alla cultura e all’ambiente in cui chi crede è chiamato a vivere; il «rigetto» che la «palude giapponese» ha fatto del cristianesimo è stato interpretato dalla critica come il simbolo di un fatto di portata universale che nella nostra epoca si concreta nella incomunicabilità tra fede cristiana e cultura tecnologica. Su tutta la terra Dio’ si è fatto silenzio.
“Ho letto e riletto questo libro innumerevoli volte e mi sono deciso a farne un film. Mi ha offerto un nutrimento spirituale che ho trovato in pochissime altre opere d’arte.”
Martin Scorsese
“Un capolavoro: non si può dire altro.”
Daily Telegraph
“Uno dei più raffinati romanzi storici di sempre.”
David Mitchell
Un brano del libro:
“La notizia giunse fino alla Chiesa di Roma. Christovao Ferreira, che era stato inviato in Giappone dalla Compagnia di Gesù del Portogallo, dopo esser stato sottoposto alla tortura della fossa, aveva abiurato la sua fede divenendo un apostata. Missionario di provata esperienza e che godeva di grandissima stima, Christovao Ferreira aveva trascorso trentatré anni in Giappone, dove aveva ricoperto l’alta carica di padre provinciale, diventando una fonte di ispirazione sia per i sacerdoti sia per i credenti.
Era inoltre un teologo di notevole talento. Durante le persecuzioni si era spinto segretamente nella regione di Kamigata per svolgere la sua opera di apostolato; le lettere che di là inviava a Roma traboccavano di coraggio indomito. Che un simile uomo tradisse la propria fede era inconcepibile, per quanto potesse esser terribile il frangente in cui si era venuto a trovare. In seno ai membri della Compagnia di Gesù, come nella Chiesa in genere, ci si chiedeva se il tutto non fosse un’invenzione messa in giro dagli olandesi o dai giapponesi.”