Andrew Niccol è uno sceneggiatore, produttore cinematografico e regista neozelandese. Chi segue l’evasione del prigioniero ha imparato ormai a conoscerlo, per chi non sapesse chi è basta citare il fatto che Andrew Niccol è il regista di Gattaca, La porta dell’universo, film di fantascienza del 1997 ambientato in un futuro prossimo in cui sono emerse nuove lotte di classe tra chi è nato programmato geneticamente e chi è nato con un patrimonio genetico naturale. Ma è anche lo sceneggiatore di The Truman Show per la regia di Peter Weir e di The Terminal, regia di Steven Spielberg e il regista di un piccolo gioiellino come S1m0ne, che è una riflessione sul mondo del cinema, sulla realtà virtuale e una critica feroce sulla società.
Ma l’opera che vi vorrei consigliare oggi è In time, sua ultima fatica con protagonisti Justin Timberlake e Amanda Seyfried. Come per altre opere di Niccol, Gattaca su tutte, il fondamento del film è una società del futuro smaccatamente divisa tra opposti classi sociali, in questo caso i “ricchi” di tempo che vivono da immortali nel loro paradiso a scapito degli abitanti delle sacche temporali che vivono cercando di guadagnasi ore e minuti per la loro sopravvivenza. Il protagonista di In time, Will, vuole scardinare le regole della società che lo hanno emarginato in un ghetto di non vita come quello di Gattaca, Vincent, combatteva chi lo considerava un non valido per la sola colpa di essere nato senza programmazione genetica. Come per Gattaca anche in In time per ampliare l’effetto della perfezione fisica umana, dovuta alla selezione dei geni, il regista ha scelto di utilizzare nel film prevalentemente giovani modelli e modelle.
Alla fine del XXI secolo, grazie ad una scoperta scientifica le persone smettono di invecchiare all’età di venticinqueanni. Ma per evitare la sovrappopolazione, se si vuole continuare a vivere, bisogna acquistare tempo. Il tempo che si ha a disposizione diventa anche la nuova valuta con la quale poter sopravvivere. Le persone benestanti possono quindi acquistare anni e vivere di più, mentre i poveri devono prenderne in prestito, elemosinare o lavorareper poter sopravvivere a questo nuovo sistema in cui il tempo diventa letteralmente denaro corrente. Sulle loro braccia, tramite un numeratore, avviene un conto alla rovescia che li avverte dell’avvicinarsi della loro fine e che ne monitora la durata. Will incontra una sera un uomo che gli confessa di avere più di cento anni e di averne altrettanti a disposizione. Quando quest’uomo muore, Will viene accusato del suo omicidio e di avergli rubato il tempo che aveva. Dovrà dimostrare di non esserne il responsabile.