Faramir che come sempre consiglia libri da non perdere questa volta mi ha svelato un libro di cui non sapevo l’esistenza e che è veramente fondamentale per chi è interessato a studiare le complicate relazioni che muovono i social network, si tratta di Grouped, per ora solo in inglese, un libro di Paul Adams.
Si tratta di colui che ha sviluppato il concetto che sta dietro a +Circles, il sistema di cerchi di Google+.
Paul Adams ha lavorato per quattro anni in Google, e in seguito ha lasciato Big G per aggregarsi a Facebook. Google deve averla presa molto male e ha impedito la pubblicazione del suo libro Social Circles che è stato prima ritardato, e poi rimosso da Amazon.
Il contenuto del libro, il titolo e la copertina esistevano tutti prima di Emerald Sea ( nome in codice di Google+).
Google ha però verbalmente annullato il permesso di pubblicare il libro, bloccandone la pubblicazione fino al lancio di Google+. Purtroppo però il blocco vige tutt’ora.
L’obiettivo del libro era semplice: prendere tutto il complesso delle ricerche accademiche sui comportamenti sociali e renderle accessibili a tutti i designer, sviluppatori e marketer che necessitano di conoscere queste cose. Non riuscendo a pubblicare Social Circles Adams ha rilasciato Grouped, un libro brillante, che dovete leggere subito.
Con Google aveva rilasciato e pubblicato un grande studio chiamato The Real Life Social Network v2 nel quale sostiene chei social media hanno cambiato il nostro modo di interagire con le persone, ma pongono un problema fondamentale: finiscono per collegarci con un unico e indistinto gruppo di amici.
Grouped riunisce alcune di queste idee e le approfondisce analizzando i social media e le reti.
Possiamo dividere questi gruppi in due macro categorie: legami forti e legami deboli. I legami forti sono quelli di cui ci importa, il cosiddetto “cerchio della fiducia”. Parliamo di non più di 2-6 persone. I legami deboli sono quelli di cui non ci importa molto. Secondo alcuni studi, il nostro cervello riesce a gestire non più di 150 legami deboli. Esiste poi una terza categoria: quella dei legami temporanei, quelli più comuni sul web.