Sono reduce dalla visione di un gran film, sono felice ed emozionato perchè un autore che amo molto è ritornato se stesso dopo qualche film non alla sua altezza e perchè finalmente Woody Allen è riuscito a fare sognare di nuovo i suoi estimatori.
Complice sicuramente la magia di Parigi, bella da morire, con tutti i suoi bistrot e boulevard a cui Woody Allen dedica l’ennesimo strameritato atto di amore (dopo Tutti dicono I love you) che inizia immediatamente nella sequenza di apertura nella quale fa alla città una dichiarazione d’amore visiva che ricorda l-ouverture di Manhattan senza parole per almeno 3 minuti.
La libreria Shakespeare&Co, il Museo dell’Orangerie (dove sono esposte le famose Ninfee di Monet), il Museo Rodin, il mercato delle pulci Paul Bert, Rue Montagne, St.Genevieve (dove Gil va puntuale a mezzanotte), senza dimenticare Notre Dame, la Tour Eiffel, Versailles e la sua Galleria degli Specchi, il Moulin Rouge e MontMartre, Place Vendome e gli Champs Elysees. Ma soprattutto le incredibili luci della città, i ponti lungo la Senna, le bancarelle dei libri, i ristoranti e i caffè pieni di storia e fascino evocativo.
Gil, il redivivo Owen Wilson (sceneggiatore hollywoodiano con aspirazioni da scrittore) e la sua futura sposa Inez (una Rachel McAdams che sembra molto Scarlett Johansson) sono in vacanza a Parigi con i piuttosto invadenti genitori di lei e una coppia di pseudo intellettuali pedanti e saccenti.
Gil è già stato nella Ville Lumiêre e ne è da sempre affascinato. Lo sarà ancor di più quando una sera, a mezzanotte, si troverà catapultato nella Parigi degli Anni Venti con tutto il suo fervore culturale. Farà in modo di prolungare il piacere degli incontri con Scott e Zelda Fitzgerald, Cole Porter autore della colonna sonora del film “Let’s Do It (Let’s Fall in Love), Ernest Hemingway, Pablo Picasso, Henri Matisse, Gertrude Stein, Salvador Dalí, T. S. Eliot, Djuna Barnes, Josephine Baker, Luis Buñuel, Man Ray e tutto il milieu culturale del tempo cercando di fare in modo che il ‘miracolo’ si ripeta ogni notte fino a trascinarlo anche nella Parigi della Belle epoque di Toulouse-Lautrec, Paul Gaugin e del Moulin Rouge. Suscitando così i dubbi del futuro suocero.
Gil è come quasi tutti i protagonisti dei film diretti da Allen un riflesso del goffo Woody anche se con un “phisique du role” da latin lover che non appartiene al nostro regista. Quello che rende un capolavoro Midnight in Paris, una favola, un delicato e nostalgico acquarello è la metanarratività che Allen trasferisce a una speciale macchina del tempo tempo (la Parigi di oggi/la Parigi anni ’20) l’automobile anni 20 che a mezzanotte carica lo scrittore Gil (che pensa che nessuno è felice nel tempo in cui vive, pensando che avrebbe potuto esserlo in un’epoca passata) e lo trasporta in un mondo antico culla di scrittori e artisti che nei suoi merletti di viuzze si perdevano.
Personaggi e atmosfere che io ho imparato a conoscere e amare grazie a questo libro, Montmartre & Montparnasse La favolosa Parigi di inizio secolo, che avevo letto ad inizio anno e che racconta le irripetibili avventure artistiche e umane di queste personalità geniali e creative: prima Montmartre, e poi, attraversata la Senna, Montparnasse.