Ieri sera (20 settembre) e martedi scorso con LucaGG ho assistito a due incontri organizzati dal centro audiovisivi in sala Farinati, Bibblioteca Civica di Verona, con relatore Alberto Scandola titolare della cattedra di Storia e critica del Cinema presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Verona.
Il primo dal titolo Lo sguardo e l’evento: raccontare 9/11 nel quale si sono analizzati i codici mediatici dell’evento talmente vero da “sembrare finto” visto che assieme al World Trade Center sono crollate le certezze di una società da sempre incline a trasformare un evento in mito, leggenda, epos audiovisivo.
I film direttamente riguardanti l’11 settembre 2001 presi in esame sono stati:
11 settembre 2001 di Youssef Chahine, Amos Gitai, Samira Makhmalbaf, Mira Nair, Idrissa Ouedraogo, Shohei Imamura, Sean Penn, Ken Loach, Danis Tanovic, Alejandro Gonzalez Inarritu, Claude Lelouch
United 93 di Paul Greengrass
World trade center di Oliver Stone
Documentario Pentagono la terribile impostura (cospirazioni varie)
Libri suggeriti
Undici settembre, contro-narrazioni americane, a cura di Daniela Daniele, Einaudi.
Racconti, saggi, poesie, testi di canzoni ma anche semplici testimonianze sono i materiali che compongono questa antologia. All’indomani dell’11 settembre molti tra i piú autorevoli scrittori, musicisti e intellettuali americani, hanno sentito l’urgenza di raccontare in prima persona l’Orrore. Di schiudere scenari che le immagini spettacolari diffuse dai media avevano scelto di oscurare.
Il cinema dopo il cinema. Dieci idee sul cinema americano 2001-2010 di Roy Menarini, ed Le mani.
Gli anni Duemila, ovvero il primo scorcio di questo millennio, sembrano dunque contenere grandi contraddizioni e straordinari contenuti. Il cinema americano, dalla tragedia delle Torri Gemelle all’elezione di Obama, verrà ricordato come un indimenticabile serbatoio di tensioni storiche e mitologie popolari, di ossessioni morali e grovigli sociali. E ogni suo film dal più importante a quello apparentemente più innocuo, sono stati in qualche modo sfiorati, toccati, modellati, persino impregnati del drammatico periodo di riferimento.
Il secondo incontro dal titolo L’America post 9/11: rimozione del trauma ha messo in luce l’influsso che l’11 settembre 2001 ha avuto sulla produzione cinematografica Americana. Ogni regista ha affrontato la paura e il senso di colpa in maniera differente creando opere che hanno tutte un unica origine, l’evento sconvolgente dell’11 settembre 2001. Durante la serata sono stati analizzati alcuni spezzoni de La 25° Ora, 300, Crash, History of violence e Cloverfield film che sono stati tratti da dal libro Ventuno per 11:
Donnie Darko di Richard Kelly
Gerry di Gus Van Sant
La 25° Ora di Spike Lee
The Fog of War di Errol Morris
Mystic River di Clint Eastwood
Una storia americana di Andrew Jarecki
L’alba dei morti viventi di Zack Snyder
The Aviator di Martin Scorsese
Crash di Paul Haggis
A History of Violence di David Cronenberg
Thank you for Smoking di Jason Reitman
300 di Zack Snyder
The Departed di Martin Scorsese
The Host di Bong Joon-ho
Intrigo a Berlino di Steven Soderbergh
Southland Tales di Richard Kelly
Leoni per agnelli di Robert Redford
Nella valle di Elah di Paul Haggis
Redacted di Brian de Palma
Zodiac di David Fincher
Cloverfield di Matt Reeves
Ma anche altri film come The village di M. Night Shyamalan, The day after tomorrow di Roland Emmerich, Children of man di Alfonso Cuaron, V per vendetta dei fratelli Wachowski, Watchmen di Zack Snyder, Spiderman di Sam Raimi, Munich di Spielberg, REC di Jaume Balagueró, Tree kings di David O. Russell, Apocalypto di Mel Gibson e Non è un paese per vecchi dei fratelli Coen sono ascrivibili a questo elenco.
Libri suggeriti
Ventuno per 11 a cura di Leonardo Gandini, Andrea Bellavita, ed Le mani.
Smarrimento, indicibilità, colpa, giustizia e responsabilità collettiva, corpi estranei, sono i nodi intorno a cui si concentrano gli interventi degli undici critici chiamati a scegliere un film per ciascuno. Uno degli elementi più interessanti su cui riflettere non è la sovrapposizione tra il piano dell’evento e quello del racconto, ma la differenza che ha dato origine al paradosso: 9/11 come il “luogo di rappresentazione convulsa dell’irrapresentabile”, di un evento né prevedibile, né immaginabile, né credibile, che proprio in quanto non rappresentabile scatena un estremo bisogno di rappresentazione.
Il cinema americano dopo l’11 Settembre a cura di Andrea Fontana, Edizioni Morpheo
Un testo ampio che affronta da più punti di vista, con grande ricchezza di contenuti, non solo il dopo: come lo sguardo americano, singolare e collettivo, abbia assorbito, introiettato e rielaborato l’evento 11 Settembre senza riuscire a incorporarlo – e nel gioco di sottintesi dell’ ”onnipresenza del nascosto”, come Hollywood non si sia mai sottratta dal rappresentare, ora con reticenza, ora con ipocrisia, ora con feroce critica, la storia dei suoi sensi di colpa e delle sue ossessioni più profonde.
libro si chiude con una riflessione contenuta nella postfazione firmata da Eros Torre sulla realtà e la potenza dell’immagine e sulla impossibilità della riproducibilità della tragedia. “Sembrava un film“- spiega Torre, qualcosa che non poteva che essere falso e quindi cinematografico. Ma è stato tutto vero, e ora che la realtà supera la fantasia, cosa dell’11 settembre può ancora essere mostrato dal cinema?