Il regno unito si sa che è da sempre anche il regno della fantasia, come ho scritto poco tempo fa è la mia terra di mezzo, la terra dove è nata la fantascienza che ha avuto tra i suoi precursori Mary Shelley, Charles Dickens, Jonathan Swift, H.G. Wells e Arthur C. Clarke, il noir con Conan Doyle, Agatha Christie, Chesterton e il fantasy con J.R.R. Tolkien e C.S. Lewis.
La capacità di narrare storie e di raccontare è ancora insita nei popoli del regno unito ma più che in letteratura in questo momento si estrinseca nelle sceneggiature delle serie tv che costituiscono un’evoluzione di quella narrazione popolare che, pubblicata a puntate sui giornali, ha portato al successo personaggi della letteratura immortali come Sherlock Holmes che ad esempio usciva serialmente sullo Strand Magazine.
In un momento come questo nel quale le serie tv di marca USA sono deludenti come mai era accaduto prima, prive di idee, sempre pronte a riproporre storie trite e ritrite quelle inglesi sono a dir poco stratosferiche, passiamo dall’eccelso Wallander con Kenneth Branagh a Whitechapel entusiasmante ricerca di un emulo di Jack lo squartatore allo Sherlock Holmes della BBC, fino a serie tv veramente godibili come Doctor Who, Outcasts, The days of triffids, Torchwood, Life on mars, The survivors, Paradox, Primeval e The prisoner.
In un Regno unito dove la fantasia è da sempre così importante arriva un risultato a dir poco divertente, capita che un sondaggio, lanciato durante la National Science and Engineering Week da Birmingham Science City, volto a mettere in luce quanto siano diventati labili i confini tra la scienza e la fantascienza abbia dato i seguenti risultati: Oltre alla possibilità di viaggiare nel tempo, gli inglesi sono anche convinti dell’esistenza di altre invenzioni che tutti sicuramente ricordiamo, in particolare delle spade laser di Guerre Stellari (più di un quinto dei partecipanti), del teletrasporto (il 24%), delle tecnologie per cancellare la memoria (quasi il 50%), dei volopattini di Ritorno al Futuro (quasi il 40%), e della possibilità di vedere la forza di gravità (il 18%). Se tutto questo lo uniamo al fatto che nel 2001, anno dell’ultimo censimento in Gran Bretagna, quasi 400.000 persone hanno dichiarato “Jedi” come la loro religione, quarta più grande, con più seguaci dell’ebraismo o del buddismo. Come si possono commentare simili dati? sembra quasi uno scherzo. |
Mi viene in mente il famoso caso delle Fate di Cottingley che coinvolse anche sir Arthur Conan Doyle e altri eminenti studiosi nel 1920. Si tratta di una serie di cinque fotografie realizzate da Elsie Wright e da Frances Griffiths, due cugine di Cottingley, un villaggio presso Bradford, Inghilterra. Le fotografie riproducono le due ragazze mentre giocano con delle creature alate simili a fate. Ebbene Conan Doyle si espose molto e sostenne che si trattava della prova definitiva dell’esistenza degli spiriti. In seguito fu svelato lo scherzo, erano fate di cartone… ma il sondaggio non è uno scherzo, è la realtà.
Rimpiango il fatto che un sagace osservatore della realtà dei fatti con G. K. Chesterton non sia più in vita, chissà cosa avrebbe commentato a riguardo con la sua ironia. Ma una cosa so che l’ha sicuramente detta, magari sorseggiando una buona birra scura: “Chi non crede in Dio non è vero che non crede in niente perché comincia a credere a tutto.”
Namastè.