Contro l’ipocrisia elevata a norma di vita dell’aristocrazia britannica e contro l’anacronismo che costringeva figlie e mogli in una condizione di immaturità psicologica e culturale, Jane si proponeva come un modello di donna emancipata. Una donna del nostro tempo se volete. E’ per questo, e per colmare una mia lacuna che ho deciso di iniziare un personale ciclo di film su Jane e i suoi libri, pronti a catapultarmi in piena epoca vittoriana.Non conosco il giudizio che Tolkien aveva delle opere di Jane Austen ma C.S. Lewis così scriveva in risposta ad una lettera:”Ho letto e riletto più volte Orgoglio e Pregiudizio nel corso della vita e non perde mai il suo fascino”.La BBC ad esempio ha posto Orgoglio e Pregiudizio in cima ai 100 libri da leggere assolutamente, seguito al secondo posto da Il signore degli anelli. Per cui ecco 4 film per entrare nell’universo di Jane Austen.
Becoming Jane – Jane Austen è una giovane donna in età da marito nell’Hampshire del 1795. Educata dal padre alla letteratura e alla musica, sogna un matrimonio con sentimento. Di tutt’altro parere sembra essere sua madre, ansiosa di accasarla con l’aristocratico e impacciato Sir Wisley, nipote della facoltosa Lady Gresham. L’arrivo in campagna di Tom Lefroy, irlandese sfacciato avviato dallo zio alla carriera giuridica, sconvolgerà gli equilibri della piccola comunità rurale. Invaghitosi, ricambiato, dell’orgogliosa Jane, Tom ispirerà col suo amore il cuore e le pagine della Austen.Come si diventa Jane Austen? Rinunciando al sentimento, accettando il proprio status di zitella e concentrandosi sul comportamento sociale della borghesia del primo Ottocento. L’educazione sentimentale della scrittrice inglese anticipa i temi che la stessa Austen approfondirà in seguito nei suoi romanzi: gli affari amorosi delle fanciulle, l’eterno binomio mente e cuore, etica ed estetica, ragione e istinto, i gruppi di famiglia, il ballo. Che sia l’Elizabeth di Orgoglio e pregiudizio, la Marianne di Ragione e sentimento o la Anne di Persuasione, la giovane protagonista è sempre lei, Jane, una donna determinata a seguire le ragioni del cuore grazie a un padre indulgente e affettuoso e nonostante una madre compromessa col “sistema” e fermamente convinta della bontà delle proprie iniziative.
Orgoglio e Pregiudizio – Nell’Inghilterra rurale di fine ‘700 un giovane aristocratico a cui non difettano le ricchezze, Charles Bingley, affitta la tenuta vicina a quella dei Bennet, a cui non difettano invece le figlie da maritare. Una sera, durante una festa danzante, Bingley fa il suo ingresso nella sala scatenando lo scompiglio fra le fanciulle del paese che desiderano un giro di danza e un (buon) partito. Accompagnato dall’altezzosa sorella e dal bello quanto presuntuoso Signor Darcy, Bingley si innamora perdutamente della primogenita dei Bennet, la timida e placida Jane. Amore a prima vista sarebbe anche per Darcy e la secondogenita Bennet, Lizzie, se non fosse per quella loro indole indomita e poco incline al confronto. Troppo orgogliosa lei, troppo prevenuto lui.
Ragione e sentimento – Nell’Inghilterra del primo Ottocento, angustiate da improvvise ristrettezze economiche, le due sorelle Dashwood cercano marito. Da un romanzo (1811) di Jane Austen, sceneggiato e dialogato da Emma Thompson, diretto da A. Lee (Li Ang), cinese di Taiwan trasferito a Hollywood, è il raro caso di una storia lacrimosa che si risolve in una commedia appoggiata all’ironia e all’umorismo. Tutto è molto english, ma qualcosa di orientale c’è nella sapienza con cui sono inquadrati i paesaggi, le residenze, i cieli, le piogge inglesi. Al servizio di un gruppo di personaggi dove i deboli sono gli uomini c’è un’affiatata squadra di attori inglesi.
Emma – La storia di una ventiduenne ricca, intelligente, generosa, ben educata e molto (troppo) soddisfatta di sé. Pretende di organizzare il futuro degli altri, ma non sa farlo col proprio. Ha tante virtù e un vizio, uno dei sette capitali: la superbia. Crede di essere Dio. Un film elegante alla Ivory, ammirevole per la sapienza del ritmo, fondato sui dialoghi che in “colei che fu l’artista più perfetta tra le donne” (Virginia Woolf) sono il motore dell’azione e trasformano il pettegolezzo in arte. McGrath li ha riscritti e impaginati con una sagacia che non è soltanto mestiere. In una compagnia di attori inglesi, scozzesi (come P. Law, madre anche nella vita di S. Thompson, sorella di Emma), australiani e una italo-britannica (Scacchi), la Paltrow è l’unica americana. Eccellente.