La notte che bruciammo Chrome (Burning Chrome), di William Gibson, Mondadori.
Di solito sono il primo a sostenere che i titoli originali siano migliori ma questo La notte che bruciammo Chrome fa sicuramente eccezione, anzi lo trovo molto più evocativo dell’originale.
Assassine professioniste con protesi incorporate, yakuza al sevizio di multinazionali, tecnocrati e contrabbandieri di organi e di tutto quanto può essere venduto, “cowboy della console”: sono i protagonisti di un mondo degradato, dove la nuova cultura delle realtà virtuali sostituisce tutti i valori.
La lettura non è certo facile ma questa raccolta di racconti è a dir poco importante: William Gibson è il padre del Cyberpunk; l’antologia di racconti di cui parlo da un’idea, più che il suo romanzo simbolo “Neuromante”, di quanto quest’autore americano sia stato in grado di precorrere i tempi e di immaginare il Futuro dell’Umanità, come realmente sarebbe e sta diventando. Dopo Philip K. Dick, sicuramente William Gibson è stato l’autore di fantascienza che ha ispirato maggiormente registi e sceneggiatori di Hollywood: gran parte dell’immaginario e delle idee che stanno dietro a film di più o meno di successo, a partire da “Strange Days” fino ad arrivare ad i tre “Matrix“, sono pesantemente debitori dei concetti e dell’immaginazione di quest’autore visionario, che ha saputo come pochi altri immaginare un futuro plausibile, angosciante, disperato e pessimista:
“E io inserisco i comandi preparati da Bobby nel centro del freddo cuore di Chrome. La trasmissione ultrarapida scatta, un impulso di informazioni condensate, scagliato verso l’alto, oltre la torre di buio che si sta addensando, il programma russo, mentre Bobby lotta per controllare quel secondo cruciale. Un braccio informe di oscurità si allunga dalla torre di buio, troppo tardi.
Ce l’abbiamo fatta.
La matrice si piega attorno a me come un origami.
E la mansarda puzza di sudore e circuiti bruciati.
Mi è sembrato di aver sentito Chrome urlare, un suono duro e metallico, ma non è possibile.“
Pubblicata per la prima volta nel 1986, questa antologia contiene, oltre al racconto che da il titolo al libro, ovvero “La Notte che Bruciammo Chrome”, altri racconti divenuti famosi, come “Johnny Mnemonic”, “Frammenti di una Rosa Olografica”, “Il Continuum di Gernsback”, “Hinterland”, “New Rose Hotel”, “Stella Rossa”, “Orbita d’Inverno” e “Il Duello”.