Da quanto tempo è che non segnalo un film? Direi che è passato un po di tempo dall’ultima volta che sono stato al cinema.
Adesso, durante le vacanze di Natale, con Laura sono riuscito a non farmi sfuggire la visione del terzo capitolo cinematografico de Le cronache di Narnia – Ii viaggio del veliero.
Lewis amico fraterno di Tolkien pur nella sua diversità ripropone il conflitto universale tra il Bene e il Male presente nel Signore degli Anelli. Il cambio di regia da Andrew Adamson a Michael Apted segna una svolta meno criptica e più palesemente spirituale. Di una spiritualità intesa come messa in discussione di se stessi, ricerca del valore per cui valga la pena vivere. “Se volete sconfiggere le tenebre dovete sconfiggere le tenebre dentro di voi” viene suggerito ai protagonisti.
Lucy ed Edmund si trovano a Cambridge quando si spalancano nuovamente le porte del regno di Narnia attraverso il quadro di un veliero che inonda la stanza trasferendo tutti (compreso il cugino Eustace) nel mare in tempesta. Insieme al principe Caspian dovranno seguire una stella blu e ritrovare sette lord scomparsi per poter sconfiggere le tenebre. L’incombere delle difficoltà e l’incalzare delle tentazioni renderanno ancora una volta necessario l’intervento del gran leone Aslan.
Anche per Eustace (il cugino viziatello) non è più tempo per i capricci e la sua maturità verrà segnata da una inaspettata metamorfosi. Il mondo reale e il mondo di Narnia, così apparentemente distanti, entrano in osmosi come il mondo della coscienza e quello dell’inconscio dove i grandi temi prendono una forma archetipica attraverso la simbologia dei personaggi. Per quanto riguarda la discussione su Aslan, interpretato da molti (perchè lo ammise direttamente Lewis) come figura Christi, sono innegabili certi richiami evangelici; l’attesa messianica della salvezza, il sacrificio, la resurrezione, la tentazione. E ancora: Aslan giunge solo se invocato, aiuta a riconoscere e a sconfiggere la tentazione, pronunciato il suo nome le tenebre si squarciano di luce facendo fuoriuscire una colomba, e nelle dichiarazioni finali sembra alludere a un noto versetto del Vangelo di Giovanni.
Si veda il tema omerico del viaggio, del mare come ricerca e come insidia, della sete di conoscenza dei personaggi insieme agli incantesimi e alle metamorfosi che evocano in buona misura le peregrinazioni di Ulisse.
Di Clive Staples Lewis, insigne medievista e scrittore inglese, amico e collega di Tolkien, animatore, insieme allo stesso Tolkien e a Charles Williams, del gruppo degli Inklings, sono imprescindibili Diario di un dolore, Il cristianesimo così com’è e Le lettere di Berlicche.