Appena uscito ho già comprato “La moneta di Akragas” l’attesissimo romanzo di Andrea Camilleri, Skira Editore (un’edizione a dir poco curatissima).
Siamo ad Agrigento nei primi del 1900. Il ritrovamento di una rarissima moneta greca, coniata in pochissimi esemplari ad Akragas, intorno al 400 a.C. durante l’assedio cartaginese, avrà conseguenze importanti nella vita di molte persone. La moneta viene presto rubata e un omicidio è connesso a questa sparizione. Per l’emozione il dottor Stefano Gibilaro, medico condotto di Vigata, cade da cavallo.
Comincia così una storia che si dipana con risvolti inaspettati, tragici ed esilaranti, tra le campagne di Vigata e la Messina distrutta dal terremoto, fino all’imprevedibile conclusione.
“Lei che è un uomo di scienza, mi saprebbe dire se un uomo intelligente è intelligente sempre?”
“Se uno è intelligente, lo è sempre. Ma si può dare il caso che un uomo intelligente si comporti da cretino. Avviene spesso, quando si è innamorati.”
Il delegato socchiude gli occhi, sorride, perduto dietro un personale ricordo lontano.
“Vero è.”
Akragas è caduta in mano ai cartaginesi, dopo un lungo assedio, poco prima del tramonto del giorno precedente il solstizio d’inverno. Per il nostro calcolo del tempo, nel 406 a.C. Una giornata gelida, inusuale addirittura, ma nessuno ha avvertito il freddo intenso, né i combattenti accaniti nell’ardore della battaglia né i civili arsi dalla paura…