Tema molto serio oggi, questa mattina in metropolitana ho iniziato una conversazione con il mio socio di treno con cui condivido le lunghe ore che ci separano da Milano a Verona. Il tutto è scaturito (come il mio post precedente testimonia) da alcune considerazioni sul nuovo libro di Evangelisti, che ha come protagonista Nicolas Eymerich un’inquisitore della famigerata inquisizione spagnola.
Per tutto contro il mio amico ha affermato che la chiesa, con l’inquisizione, si è resa colpevole di roghi e morti anche in italia, Giordano Bruno tra tutti.
Premettendo che in quei secoli la chiesa (come tutte le altre istituzioni) era popolata da personaggi che si trovavano al suo interno non per vocazione ma solo per brama di potere, diciamo pure che erano altri tempi e comunque la Chiesa ha preso le distanze da simili comportamenti e anzi viene essa stessa perseguitata in mezzo mondo dove si trova per fini caritatevoli, cercherò di delineare meglio la figura di Giordano Bruno in quanto la sua figura è poco conosciuta per quello che era realmente.
Se volete saperne di più sull’inquisizione, una garanzia sono in quanto introdotti o redatti dal prof. Franco Cardini, grande storico e saggista italiano (il cui campo di studi principali concerne le crociate):
La lunga storia dell’Inquisizione, Franco Cardini e di Marina Montesano (città nuova). Scene di tortura e roghi, caccia alle streghe e messa al bando di libri proibiti, tribunali spietati e ingiusti: è quanto ancora oggi l’Inquisizione evoca nell’immaginario collettivo e che va sotto il nome di leggenda nera. Ma fu proprio così? In realtà con questo termine si sono qualificate nel corso della storia differenti istituzioni a carattere giudiziario e repressivo, per cui sarebbe più corretto parlare di inquisizioni. Si tratta certamente di uno dei fenomeni storici più discussi e ancora oggi oggetto di interesse e curiosità da parte anche del grande pubblico. L’intento degli autori è di offrire ai non-specialisti le coordinate per meglio comprendere che cosa abbia rappresentato realmente tale fenomeno nelle sue molte sfaccettature.
La vera storia dell’inquisizione di Rino Cammilleri (Piemme, prefazione di Franco Cardini), Piemme. Istituita all’inizio del Trecento, l’Inquisizione, pur avendo dominato gli stati cattolici per quasi cinque secoli, rappresenta una delle pagine meno conosciute della storia d’Europa. Dall’analisi di numerosi documenti emerge ora il profilo di un’istituzione dai metodi severi e ben distante dall’iconografia attribuitagli per lungo tempo. Vengono analizzati i processi inquisitori e l’operato dei tribunali, con particolare attenzione alle figure dei protagonisti, da Dolcino a Giordano Bruno, da Torquemada a Michele Serveto, fino a quelli minori, nell’intento di superare i luoghi comuni e i pregiudizi che da sempre gravano sull’Inquisizione e di arrivare alla verità su una delle questioni più dibattute della storia della Chiesa.
Ma Giordano Bruno era quel libero pensatore che tutti ricordano? Chi era veramente?
Detestava le donne e definiva gli ebrei “escrementi d’Egitto”. Ma per l’industria culturale fu un campione del libero pensiero e l’antesignano dell’epoca dei lumi. Dimenticano, i divulgatori del mito, che la storia ci tramanda di lui il profilo di un brutto ceffo dotato d’ingegno. Un tale che, a quanto dice una autorevole biografia, tra una disputa e l’altra, arrotondava lo stipendio col fare la spia e mandare la gente al patibolo. John Bossy, e il suo volume “Giordano Bruno e il mistero dell’ambasciata” (Garzanti).
dal libro di Matteo D’Amico, Giordano Bruno. Avventure e misteri del grande mago nell’Europa del Cinquecento, Piemme, Casale Mon.to 2000, pp. 460.:
Ma chi è veramente Giordano Bruno? Per capirlo occorre più che mai ricominciare da capo e considerare aspetti biografici normalmente poco conosciuti o abilmente celati.
Bruno nasce a Nola nel 1548 e, ancora molto giovane, a Napoli, per continuare gli studi, veste l’abito dei domenicani. Rimane per dieci anni in convento, laureandosi in teologia e ricevendo gli ordini sacri, ma ben presto si scontra con i superiori come sospetto di eresia, in quanto da tempo si è dedicato a pratiche e a letture proibite. li giovane filosofo nel 1576 lascia il convento e fugge. Bruno, sulla base della lettura di testi ermetici e magici, sviluppa una sofisticata ars memoriae, una memoria artificiale cioè, che fa da fondamento a tutte le sue successive concezioni.
Elabora intanto una metafisica che concepisce l’universo come infinito e privo di centro, increato, dove Dio è pensato panteisticamente come coincidente con il mondo e con la natura; il cosmo è pertanto infinito e in esso tutto viene divinizzato.
Questa filosofia porta con sé la necessità di distruggere il cristianesimo, la sua morale, la sua concezione dell’uomo, segni per il filosofo di un’estrema decadenza e povertà del mondo.
Giordano Bruno inizia quindi una serie di drammatiche peregrinazioni attraverso l’Europa.
Perché il filosofo accetta il rischio di rientrare in Italia?
Secondo il Corsano lo si comprende se si considerano i testi di magia nera che Bruno ha scritto in Germania prima del rientro a Venezia: sono scritti terribili in cui il mago italiano sviluppa tecniche per realizzare “legamenti” magici e soggiogare così le persone che si intendono asservire ai propri scopi. Forte di queste tecniche Bruno intenderebbe nientemeno che recarsi a Roma e conquistare il Papa, spingendolo a riformare il cattolicesimo in senso magico-egiziano: un progetto incredibile che fa dire alla Yates, una studiosa solitamente molto prudente, che il filosofo è ormai ai confini della follia, del delirio conclamato. Il Mocenigo però rimane sconvolto da quanto vede e sente fare dal suo ospite – in particolare dalle sue bestemmie – e lo denuncia all’Inquisizione con accuse molto precise; il tribunale veneziano lo arresta senza esitazioni.
È largamente noto come nessun altro processo inquisitoriale quanto quello di Giordano Bruno, sia stato usato, innanzitutto dalla massoneria ottocentesca, come strumento d’attacco alla Chiesa Cattolica. L’operazione è stata condotta presentando in modo distorto la natura del processo stesso.
Bruno in realtà, sospettato già in gioventù dl crimini assai gravi, frate apostata e fuggiasco, in qualunque luogo abbia soggiornato in Europa è giunto immancabilmente a provocare aspre reazioni a lui avverse, In particolare nei paesi protestanti, dovendo a più riprese fuggire precipitosamente. Inoltre non è stato un pensatore puro e disinteressato, ma, al contrario, si è impegnato In progetti politici dl fatto sovversivi svolgendo, probabilmente, attività di spionaggio, e sognando addirittura, prima dell’arresto, dl sedurre il Papa e di rinnovare personalmente la religione cattolica per trasformarla in un nuovo culto “egiziano”. Mago oltre che filosofo, il suo processo è uno dei più corretti e rigorosi che mai il Sant’Uffizio abbia condotto: ai punto che i giudici giungono ad alterare le procedure pur dl dargli un’ulteriore possibilità di ravvedimento.