Sarà la visione del bel The Event ma in questo periodo sto seguendo un percorso di film di spionaggio che mi ha portato a vedere in sucessione:
L’uomo nell’ombra diretto da Roman Polański, tratto dal romanzo Il ghostwriter di Robert Harris, un thriller hitchockiano con due grandi attori: Ewan McGregor e Pierce Brosnan.
Ho proseguito con la trilogia su Jason Bourne: The Bourne Identity, The Bourne Supremacy, The Bourne Ultimatum con un ottimo Matt Damon in costante equilibrio tra la credibilità del tormento e l’assoluta inverosimiglianza dell’azione.
Non poteva mancare Spy Game con due grandissimi. Robert Redford sembra il personaggio dei Tre giorni del Condor 25 anni dopo. Pitt è sempre lui: maledetto, ostico e masochista.
Proseguirò con Nessuna verità, dal romanzo del columnist del Washington Post David Ignatius, lo sceneggiatore William Monahan ha tratto una spy-story che rivede Leonardo Di Caprio, dopo The Departed, di nuovo nella parte di un personaggio che recita una parte e mette la sua vita come posta di gioco; al fianco, a margine o contro di lui ronza Russell Crowe, il camaleonte di Ridley Scott. Chiude il triangolo l’ottimo Mark Strong. Tre uomini con lo stesso obiettivo, un comune “body of lies”, tre diverse visioni e nessuna verità.
E infine chiuderò questa prima parte con un film tratto da un romanzo di Le Carrè, The constant Gardener temi dell’impegno sociale e dell’amore si intrecciano e si amalgamano, non totalmente, esprimendo due linee narrative parallele che si dovrebbero toccare e fondere.