Grandissimo Christopher Nolan, il più innovativo regista del decennio, il Londinese che scrive e dirige perfetti meccanismi con colpo di scena sempre dietro l’angolo: Memento (2000), Insomnia (2002), Batman Begins (2005), The Prestige (2006), Il cavaliere oscuro, Inception (2010).
L’unico regista che fino adesso non ha sbagliato un colpo, e che non mi ha ancora “tradito”, ma soprattutto non ha mai tradito se stesso come hanno fatto altri talenti, due su tutti Spielberg e M. Night Shyamalan.
Per cui se come me avete già visto i suoi capolavori vale la pena di recuperare il suo primo lungometraggio, Following (1998), che contiene già alcuni elementi distintivi della sua filmografia, i flashback e il colpo di scena finale. Un poliziesco, girato in bianco e nero a bassissimo costo, grazie al quale Nolan si è messo in mostra.
Presentato al Festival Cinematografico di San Francisco nel 1998, il film narra la storia di Bill (Jeremy Theobald), un aspirante scrittore che, in cerca di ispirazione, comincia a pedinare le persone, trasformando le loro vite in materiale per il suo lavoro. Tutto va bene finchè Bill si imbatte in Cobb (Alex Haw), ladro di professione che gli insegna il mestiere. Eccitato all’idea di compiere azioni illegali entrando negli appartamenti altrui, Bill diventa ben presto oltre che un rapinatore anche un assassino.