Brothers di Jim Sheridan. Guardare un film di Sheridan è sempre molto impegnativo, Nel nome del padre, Il mio piede sinistro, Il campo, In America – Il sogno che non c’era sono opere molto dure come questo Brothers, storia di due fratelli che si contendono una donna, ma tutto questo fa da sfondo alla vera protagonista, la guerra, precisamente l’ultima guerra che ha colpito l’immaginario di noi europei, quella in Afghanistan.
Sam Cahill è un ufficiale in partenza per la sua quarta missione in Afghanistan. Posato e responsabile, è sposato con Grace, ex cheerleader del liceo, ed è padre di due adorabili bambine. Campione nella vita ed eroe in guerra, Sam è il figlio prediletto di Hank, padre suscettibile e veterano del Vietnam legato in seconde nozze con Elsie. I rancori e le frustrazioni del padre ricadono immancabilmente su Tommy, figlio minore e trascurato che ha dissipato il suo potenziale nei boccali di birra e nelle celle delle prigioni. La presunta morte di Sam al fronte costringe Tommy a rivedere e organizzare la sua vita. Deciso a prendersi cura di Grace e delle nipotine, finirà per innamorarsi di lei e per desiderare di appartenere finalmente a qualcuno. Il ritorno improvviso di Sam, sopravvissuto a un incidente e alla prigionia, sconvolgerà gli equilibri familiari costringendo i due fratelli a un confronto diretto.
Siamo stati abbituati a vedere film di reduci dal Vietnam o dalla seconda guerra mondiale (da Nato il 4 luglio a I migliori anni della nostra vita da C’è sempre un domani al Cacciatore) ma questo credo sia uno dei pochi film che ci fa vedere la vita di un reduce da una delle guerre moderne più crudeli che ci siano mai state, una guerra senza regole. Mi viene in mente Black hawk down, grandioso film di Ridley Scott sulla guerra in Somalia nel 1993, un’altra guerra non convenzionale che ha lasciato su chi l’ha compattuta più di una cicatrice, in quanto anche il protagonista Tobey Maguire è catturato dopo l’abbattimento del suo Black Hawk.
Dopo l’undici settembre tra fronte e patria pare non esserci più un confine e così Sheridan esporta nel mondo civile le esperienze e l’orrore della guerra, combinandole con la meccanica dell’amore, con la fisicità inesprimibile, con gli ingranaggi legati alla sua impossibilità e alla sua irrealizzabilità.
L’abbraccio finale sulle note di Winter splendida canzone composta per l’occasione dagli U2 ci lascia la speranza che la guerra possa essere superata dall’amore di un uomo e di una donna.
The yellow sun,
IL SOLE GIALLO,
Well it took the hand,
ALLORA, PRESE LA MANO
Of a country boy,
DI UN RAGAZZO DI CAMPAGNA
To a city in a far off land.
PER UNA CITTA’ IN UNA LONTANA TERRA LA’ FUORI