Ultima fatica letteraria di Silvana De Mari (L’ultimo elfo, L’ultimo orco, Il drago come realtà) , Il cavaliere, la strega, la morte e il diavolo, Lindau. Il libro raccoglie nove racconti di diversa ispirazione e un breve saggio sulla morte. Dà il titolo un fantasy ambientato in una Sicilia un po’ medievale e un po’ no (il suo riferimento è l’opera dei pupi), la cui protagonista è una Bradamante stracciona, alle prese con l’invasione musulmana, l’Inquisizione e il martirio delle streghe. Il secondo racconto attraversa il Mediterraneo, il terzo parla di un’orrenda mutilazione. Il quarto e il quinto sono collegati tra di loro e sono trasposizioni reinventate di due morti vere, quella di Zi’ ‘Ngiulillo (Zio Angelo De Mari) – sacerdote morto con i garibaldini sul Volturno – e quella del fratello di mio nonno, Enrico Ventrone – detto il Professore, perché conosceva a memoria il dizionario di latino – fucilato dai tedeschi per aver avvertito e fatto fuggire dei ricercati. Poi ci sono alcune storie contemporanee e un lungo racconto forse di fantascienza. E, infine, un saggio sulla morte. |
Perché un saggio sulla morte? Perché tutte le storie raccontate dagli uomini, dalle donne o dai bambini, dall’inizio del mondo, parlano della morte, anche quelle dove la morte non compare, dove tutto va bene. Perché la nostra capacità di raccontare nasce per ingannare l’attesa della morte, la coscienza che siamo mortali. |
Silvana De Mari è una delle autrici italiane contemporanee più originali ed efficaci. Nata nel 1953 vicino a Caserta, ora vive in provincia di Torino. Nella sua vita ha fatto il chirurgo mentre ora si occupa di psicoterapia. Nei suoi libri, appassionanti ed avvincenti, Silvana è capace di utilizzare diversi generi letterari (la fiaba, il fantasy, la fantascienza) per narrare i sentimenti, le paure, le emozioni che appartengono ad ognuno di noi. La sua conoscenza della letteratura fantastica si combina con una grande capacità di penetrazione nell’animo umano e con la voglia di continuare ad indignarsi per le ingiustizie e le sofferenze degli uomini. Da ciò nascono libri in cui, a un notevole impulso etico, si combinano il senso dell’avventura, il bisogno del sogno e della speranza, l’amore per la narrazione e per le storie. |