I Barbari. Saggio sulla mutazione di Alessandro Baricco, Feltrinelli.
Dopo aver letto l’ultimo numero di Wired con un’interessante intervento di Alessandro Baricco, autore di cui confesso non avevo ancora letto niente sono stato preso dall’irrefrenabile voglia di leggere il saggio da cui è partito Baricco nel 2006: “I barbari. Saggio sulla mutazione” nel quale si sostiene che: “È in corso una mutazione che non può essere spiegata con il normale affinarsi di una civiltà, ma sembra essere, più radicalmente, il tramonto di una civiltà e, forse, la nascita di tutt’altra“.
Non mi trovo in tutto e per tutto d’accordo con Baricco che più di una volta mi sembra troppo snob e intellettualoide ma è senz’altro stimolante la discussione.
Ma per Baricco chi sono i barbari?: «Io quando penso ai barbari – spiega Baricco – penso a gente come Larry Page e Sergey Brin (i due inventori di Google: avevano vent’anni e non avevano mai letto Flaubert) o Steve Jobs (tutto il mondo Apple e la tecnologia touch, tipicamente infantile) o Jimmy Wales (fondatore di Wikipedia, l’enciclopedia on line che ha ufficializzato il primato della velocità sull’esattezza).
E gli imbarbariti?: «Quando penso agli imbarbariti penso, a costo di sembrare snob, alle folle che riempiono i centri commerciali o al pubblico dei reality show».
Nel mio piccolo non condivido molto l’idea di chiamare barbari Page Jobs soci. Il buon Baricco forse non conosce il movimento hacker.
L’hacker (o smanettone in italiano) è una persona che si impegna nell’affrontare sfide intellettuali per aggirare o superare creativamente le limitazioni che gli vengono imposte, non limitatamente ai suoi ambiti d’interesse ma in tutti gli aspetti della sua vita che abbia letto Flaubert oppure no.
Mi da particolarmente fastidio che si cerchi di far passare chi si occupa di computers (come informatico, designer etc) per barbaro e ignorante. Perchè secondo Baricco Page e Brin non hanno mai letto Madame Bovary?
A riprova di questo vi invito a leggere la lista di libri favoriti di Sergey Brin che è ancora presente sulla home page dell’università di Stanford, e devo deludere Baricco perchè risulta che Brin Flaubert lo abbia letto eccome insieme a un numero spropositato di altri libri. E questo è il fondatore di Google che Baricco in questa presentazione alla Feltrinelli definisce insieme a Page “due cazzoni che non avevano mai letto un libro“.
Vogliamo parlare del grande lavoro che Google sta facendo per la salvaguardia della cultura ma anche per spingere l’innovazione culturale, grazie anche a Google Libri. Lasciamo perdere che si tratti o no di pura filantropia, ma sicuramente a Mountain View la diffusione della cultura preme.
Gli Hacker sono moderni Ulisse, alla ricerca del nuovo senza timore di oltrepassare le colonne d’ercole, come scriveva il sommo poeta Dante: «Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza.»
Sintetizza infine Baricco: “Da questi barbari stiamo ricevendo un’impaginazione del mondo adatta agli occhi che abbiamo, un design mentale appropriato ai nostri cervelli, e un plot della speranza all’altezza dei nostri cuori, per così dire. Si muovono a stormi, guidati da un rivoluzionario istinto a creazioni collettive e sovrapersonali, e per questo mi ricordano la moltitudine senza nomi dei copisti medievali: in quel loro modo strano, stanno copiando la grande biblioteca nella lingua che è nostra. È un lavoro delicato, e destinato a collezionare errori. Ma è l’unico modo che conosciamo per consegnare in eredità, a chi verrà, non solo il passato, ma anche un futuro.” Amen.
Leggetelo e fatevi voi un opinione di chi siano veramente i barbari. Buona lettura.