Domenica sera presso l’auditorium della chiesa dei SS. Apostoli, a Verona, si è svolta un’ indimenticabile conferenza dal titolo “Chesterton, l’ortodossia del buonumore“, organizzata dall’editrice Fede e Cultura con i Gruppi Chestertoniani Veronesi in collaborazione con il Chesterton Insitute e la Società Chestertoniana Italiana.
Un occasione culturale unica per Verona, parte di un più ampio progetto di conferenze tenute da Padre Jan Boyd (a Roma, il 14 e a Milano questa sera, essendo lui tra i più grandi esperti dell’opera di Chesterton, Presidente del G.K. Chesterton Institute for Faith & Culture e Direttore di The Chesterton Review, Seton Hall University, South Orange, New Jersey (USA).
I motivi di interesse sono stati molteplici, primo fra tutti l’affluenza veramente numerosa, che ha permesso ad un vasto pubblico di poter godere di un omaggio librario da parte della casa editrice Fede e Cultura e di poter assistere a tre conferenze veramente molto brillanti.
Moderati da Fabio Trevisan sono stati prima introdotti Marco Sermarini, presidente della società Chestertoniana Italiana e Roberto Prisco (Gruppi Chestertoniani Veronesi) che ha pennellato molto simpaticamente l’enorme figura (anche fisica) di Chesterton.
Padre Jan Boyd ha esposto con passione la sua relazione, discernendo tra leggenda e verità nella vita di Chesterton, raccontando emozionanti aneddoti e concludendo con le parole di gioia e di trionfo pronunciate da GKC in occasione della sua conversione al Cattolicesimo:
“I saggi hanno cento mappe che disegnano universi fitti come alberi, scuotono la ragione con mille setacci che accantonano la sabbia e lasciano filtrare l’oro: per me tutto ciò vale meno della polvere poiché il mio nome è Lazzaro e sono vivo”.
(potete leggere una sua intervista a Paolo Pegoraro di Bombacarta.com, a cui collabora anche Andrea Monda grande conoscitore di Tolkien, Lewis e Chesterton)
E’ stata in seguito la volta di Paolo Gulisano, autore diChesterton e Belloc. Apologia e profezia, Ancora edizioni, tracciare un ricordo del forte valore dell’amicizia che legò uomini come Chesterton e Belloc e in seguito Tolkien e Lewis (e tutti gli Inklings, Inklings, Jaca Book) che in un certo senso ne furono gli ideali prosecutori, fino a ricordare che anche San Giovanni Calabria fu legato da forte amicizia epistolare con C.S. Lewis (Una gioia insolita, Jaca Book). In particolare Gulisano ha messo in luce il forte apporto che Belloc (autore tra l’altro del fondamentale e attuale L’Europa e la Fede, Il Cerchio, a cui dedicherò più spazio in futuro) diede alla conversione di Chesterton, nonchè il fatto che Hilaire Belloc fu definito “la mente più versatile e brillante del cattolicesimo inglese”, fu discepolo del Cardinale Newman, di cui ereditò la trasparenza dello spirito e la chiarezza della prosa.
Ha concluso la serata Alessandro Gnocchi (Giovannino Guareschi. C’era una volta il padre di don Camillo e Peppone, ed Piemme e L’ave maria di Don Camillo, Fede e Cultura) con un confronto tra Chesterton e Guareschi (Guareschi era un lettore di Chesterton, nella sua libreria di casa, Gnocchi vi ha rinvenuto una copia de Ortodossia,edizioni Morcelliana). Inoltre Gnocchi ha sottolineato le affinità di questi due grandi scrittori, che fecero un sapiente uso dell’ironia, lontani da ogni sorta di sterile intellettualismo (per Chesterton gli intellettuali erano un club di sciocchi, mentre Guareschi scriveva: “Io non racconto mai cose originali: io sono il modesto e pignolissimo cronista della vita piccola del Mondo piccolo e prendo nota di tutte le minutaglie più banali che succedono in famiglia“), attaccati con solide radici alla propria storia e al proprio passato, sottolineando che entrambi hanno raccontato un mondo talmente affascinante che ci verrebbe da dire “che bello se fosse veramente così, un mondo dove la Grazia agisce”. Mi è piaciuta molto l’espressione con cui ha concluso:”Uso Chesterton per spiegare come pensa un cattolico e Guareschi per spiegare cosa fa un cattolico“.
Io concludo con queste parole pronunciate naturalmente da Chesterton: “Chi non crede in Dio non è vero che non crede in niente perchè comincia a credere a tutto“. Insuperabile.