Ho iniziato da poco la lettura de Il bello e il vero, ed. Jaca Book 1996 di Padre Guido Sommavilla, critico letterario, germanista e traduttore (venuto a mancare l’anno scorso), autore dello «sdoganamento» di John R.R. Tolkien e del Signore degli anelli presso il pubblico dei lettori cattolici (tanto da coniare per lo scrittore inglese la categoria di «epica cristologica»). A proposito di Tolkien aveva dichiarato: «Il suo mito, anche se di contenuto pagano, avvia al sentimento religioso. Fa vedere che la vita, interpretata religiosamente, è una bella avventura. Invoglia a credere». |
Ma era noto anche perchè nel settembre del 1981 pubblicò l’articolo L’allegro nominalismo nichilistico di Umberto Eco. Quel testo era qualcosa di più di una stroncatura de Il nome della rosa, bestseller di ambientazione medioevale fresco vincitore del premio Strega: era l’inizio di una battaglia personale contro Eco considerato un intellettuale «pericoloso» in quanto divulgatore di una subdola «filosofia del niente». |
Considerando solo che in Italia: |
nel 1181, nasce ad Assisi S. Francesco, una delle più rivoluzionare personalità della storia, che oltretutto grazie al Cantico delle Creature, è riconosciuto come l’iniziatore della tradizione letteraria italiana; nel 1225, nasce a Roccasecca Tommaso D’Aquino, Santo, filosofo e teologo italiano della scuola scolastica, definito Doctor Angelicus o Doctor Universalis dai suoi contemporanei. Uno dei pilastri della filosofia mondiale; nel 1265, nasce a Firenze Dante Alighieri, il più grande poeta della lingua italiana e per questo definito “il sommo poeta”, autore de la Divina Commedia considerata uno dei capolavori della letteratura mondiale; nel 1267, nasce a Vespignano Giotto, padre della pittura italiana, uno dei più grandi geni del suo tempo, basti ricordare il suo apice, la Cappella degli Scrovegni, considerata un capolavoro dell’arte occidentale. |
Come si può parlare di quello che noi chiamiamo Medioevo, come di un secolo buio? Come si può pensare che questo periodo storico abbia da invidiare qualcosa a quello che abbiamo nominato Rinascimento? Se volete leggere un romanzo che tratta il medioevo degnamente vi consiglio L’inquisitore di Rino Cammilleri. |
Occorre ricordare che gli stereotipi d’argilla di cui Eco si serve sono stati ampiamente distrutti dalla critica storica moderna, a partire dalla condizione della donna (che se non altro per necessità, lavorava con gli uomini e pregava con loro), sino a quella delle abbazie, che non furono certamente luoghi di adorazione del demonio, ma siti in cui si preservò la cultura Europea. E si potrebbe continuare a lungo nell’enumerare le falsità storiche delle affermazioni contenute; basti ricordare che ancora nel 1400 l’Inquisizione era pressoché sconosciuta al popolo comune, lontano dalle “crociate degli albigesi” e che la caccia alle streghe comparve solo in età moderna. |
In riferimento a questo vi invito a leggere: – Medioevo contraffatto di Marco Tangheroni (noto medievista) – Contro “il nome della rosa” di Massimo Introvigne (sociologo, fondatore del CESNUR) – Conosci il nome della rosa? e Il falso Medioevo di Ken Follett di Franco Cardini (il più noto medievista italiano) – Inquisizione, per saperne di più di Oscar Sanguinetti. |