Le montagne della follia di HP Lovecraft, non è un opera tra le più note dell’autore nato a Providence ma questo romanzo breve è uno dei miei preferiti per l’atmosfera che lo circonda, oscuro e angosciante, originale e misterioso e con un ritmo potente che permea la narrazione. L’azione si svolge durante una spedizione scientifica in Antartide. Le scoperte si susseguono sempre più sconcertanti: vengono alla luce le tracce di una antichissima civiltà non antropomorfa (gli Antichi tanto presenti nella mitologia di Lovecraft) e alcune di queste creature ibernate si risvegliano e cominciano a uccidere uno ad uno i membri della spedizione. La storia continua con tensione e colpi di scena, che non intendo svelarvi, ma sappiate che lo scrittore collocando quest’opera all’interno dei “Miti di Cthulhu” gli conferisce un ruolo di primo piano, ponendolo come “manifesto” della poetica dell’intero ciclo. Non si può non pensare inoltre che sia “l’antenato” di un genere di racconti di fantascienza su storie di spedizioni alle regioni polari ormai divenute trame classiche. Tra di esse possiamo ricordare Artico, La verità del ghiaccio e film comeLa cosa da un altro mondo e il recentissimo Alien vs Predator. Leggendo il libro si scopre anche un’esplicita citazione dellaStoria di Arthur Gordon Pym di Edgar Allan Poe, l’idolo letterario di Lovecraft: il misterioso verso Tekeli-li!, Tekeli-li!emesso da una delle creature mostruose incontrate dai personaggi di Lovecraft è lo stesso sinistro richiamo che Gordon Pym ode alla fine del romanzo di Poe. |