I film dei fratelli Wachowski non passano mai inosservati, tanto per citare altre due superbe opere Matrix e Animatrix (lasciamo perdere Matrix Reloaded e Matrix Revolutions) per cui anche questo V per Vendetta (secondo la mia opinione è un opera di rara bellezza, che crea molti interrogativi sull’uso della forza) ha spaccato in due la critica alla sua uscita. Tra chi a criticato l’opera, per una certa voglia di buonismo nella conclusione del film, c’è anche Alan Moore.
Alan Moore, autore inglese, geniale sceneggiatore e creatore della grafic novel da cui è stato tratto il film oltre che della Lega degli Straordinari Gentlemen e del discusso Watchmen ha ritenuto che i fratelli Wachowski abbiano stravolto la sua storia prendendosi molte libertà sul suo testo molto più tetro e oscuro.
Moore illustra una società inglese distopica molto simile a 1984 di Orwell o Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, in cui, in seguito ad una grave crisi interna ed estera, un partito unico ha preso il potere trasformando la Gran Bretagna in uno stato totalitario. Questo comprende l’eliminazione del dissenso, delle minoranze, la costruzione di campi di concentramento ed un controllo totale delle attività dei cittadini.
L’unico che si erge come paladino degli oppressi sfidando il potere è V uomo dal passato oscuro che cela il proprio volto dietro una maschera di Guy Fawkes, il protagonista della fallita “cospirazione della polvere da sparo” (1605). Complotto della nobiltà inglese cattolica per assassinare Re James I d’Inghilterra e altri nobili protestanti facendo saltare in aria la House of Commons. E quindi nella sua lotta contro il tiranno Adam Sutler (John Hurt) prende come simbolo questa figura molto nota nella terra di Albione ed una filastrocca per bambini che inizia con le parole “remember, remember the fifth of november”.
Da ricordare l’ottima interpretazione di una sempre più bella Natalie Portman e quella di Hugo Weaving (l’Elrond del Signore degli Anelli e il cattivone di Matrix) che nella versione originale recita con un inglese del 1600, da guardare assolutamente, io lo ritengo un capolavoro pur avendo letto la grafic novel, che effettivamente è diversa dall’opera cinematografica.
Graphic novel a più livelli di lettura, carica di citazioni e spunti di riflessione, la grafica la trovo forse non eccezionale ma adatta al tipo di testo (e comunque è una citazione dei comics di inizio secolo).