Il giro di vite di Henry James, Editore: Einaudi, 2005.
Henry James nasce a New York nel 1843, sucessivamente si traferisce in Inghilterra (precisamente a Londra) e prende la nazionalità Inglese, qui inzia a scrivere i suoi più famosi racconti, come ad esempio Ritratto di signora.
Psicologico, inquietante, ambiguo e misterioso, tutto questo è il Il giro di vite, uno dei racconti più noti della letteratura mondiale.
La storia spaventosa e appassionante di due bambini e di quello che appare come il loro graduale, inesorabile soccombere alle forze del Male sotto le sembianze spettrali di due defunti servitori – il maggiordomo Peter Quint e l’istitutrice Miss Jessel – intenti a compiere un’opera di corruzione e a riprendersi le loro piccole vittime. A raccontare questa storia è la nuova istitutrice, giovane inesperta ma appassionata e coraggiosa, le cui parole lasciano peraltro il lettore nell’incertezza insostenibile e inestricabile della realtà delle apparizioni, frutto della immaginazione di lei o presenze malvagie di un altro mondo.
L’istitutrice è per cui una visionaria, una persona malata? Molti critici hanno tentato di rispondere a queste domande.
In realtà è proprio questa ambiguità il risultato a cui tendeva lo scrittore: fare del mistero lo strumento per costruire il più inquietante dei racconti.
Tra i racconti più discussi di Henry James, il Il giro di vite, «ghost-story», terrificante e perfetta nella sua costruzione, si propone lo scandalo inaccettabile dell’infanzia corrotta da forze oscure, o la potenziale perversione dell’immaginazione di una giovane donna incapace di sostenere il confronto tra Bene e Male, tra innocenza e colpa. Ci sono o non ci sono i fantasmi? e se sì, chi li vede davvero e perché? Il racconto ha chiaramente ispirato il bellissimo The Others di Alejandro Amenábar e vede come protagonista una convincente Nicole Kidman, storia che è di grande coinvolgimento immediato ma anche di riflessione sui temi dell’accettazione della realtà, della sua percezione, oltre che, ovviamente, del soprannaturale.
Il racconto vide una una riduzione cinematografica indimenticabile, di Jack Clayton del 1961, Suspense (The innocents) autentico capolavoro interpretato da un’intensa e splendida Deborah Kerr, Il film vinse numerosi premi e candidature, tra i quali l’Edgar Allan Poe Awards (Miglior Film), il National Board of Review, USA (Miglior Regia), BAFTA Awards (Nomination Miglior Film). Per chi volesse sapere che tipo di relazione intercorre tra Il giro di vite e Lost può scaricare dal sito di LostPod la puntata numero sette che contiene l’intervento di Faramir all’interno della sua rubrica LostBooks.