Il mastino dei baskerville di Sir Arthur Conan Doyle (in edizione economica Newton trovate l’intero canone, cioè tutti i racconti e i quattro romanzi che hanno come protagonista il celebre investigatore) è uno dei primi libri che ho letto da ragazzino, intendo dire quelli che non ti vengono imposti ma scegli liberamente di leggere (il primo in assoluto fu il meraviglioso Viaggio al centro della terra di Julies Verne, seguito poi da un altro famoso romanzo di Doyle, Il mondo perduto).
Doyle dopo avere letto I delitti della Rue Morgue (da consigliare sicuramente anche questi), i racconti del detective Auguste Dupin inventato da Edgar Allan Poe, comunemente considerato il capostipite degli investigatori, crea il personaggio che lo renderà immortale, Sherlock Holmes.
Personalmente ritengo che Conan Doyle scriva in modo veramente grandioso, e che tra tutti i suoi scritti Il mastino dei baskerville sia decisamente il più inquietante, trattandosi di un noir paranormale, con un ambientazione (la nebbiosa brughiera) spettrale e misteriosa.
Il personaggio di Sherlock Holmes è l’investigatore deduttivo e razionale per antonomasia, ma suo esatto contrario può essere definito il suo creatore che si dilettava di paranormale (e tra parentesi si lasciava anche abbindolare da chicchessia), sono celebri infatti anche i suoi racconti del terrore e del soprannaturale.
Ma nell’universo di Sherlock Holmes Il mastino dei baskerville è il primo e unico esempio di infiltrazione di simili temi, è considerato il miglior romanzo di Doyle ed ha la particolarità di essere uscito postumo.
“Ma non fu la vista del suo corpo [della ragazza], né quella del cadavere di Hugo Baskerville, steso accanto a lei, che fece drizzare i capelli in testa a quei tre temerari: accanto al corpo di Hugo, con le zanne ancora affondate nella gola sbranata, c’era un essere orrendo, un’enorme bestia nera, simile a un mastino ma assai più grande di un qualsiasi mastino si sia mai visto al mondo. E mentre lo guardavano sbigottiti, quella creatura dilaniò con uno strappo la gola di Hugo Baskerville volgendo verso di loro gli occhi fiammeggianti e le fauci grondanti sangue”.
Trama:
La leggenda della casa dei Baskerville narra che un demonio, sotto l’aspetto di un cane, compare dinanzi al membro della famiglia che sta per morire. La morte improvvisa di Sir Charles e gli ululati che si odono nella desolata brughiera riaccendono la leggenda. Enrico, nipote del morto, minacciato, ingaggia Holmes che riesce, con l’aiuto del fedele Watson, a scoprire…
Riferimenti al grande investigatore sono contenuti in molti prodotti della cultura popolare anglo-americana, come ad esempio nella saga di Star Trek (The Next generation, la mia preferita), sarà l’androide Data a impersonare Sherlock Holmes, grazie all’Holodeck, l’area di ricreazione che si trova sull’Enterprise, dove un software permette di ricreare ambientazioni olografiche.
Data è un appassionato delle avventure narrate da Arthur Conan Doyle dopo che Riker gli ha suggerito l’approccio di Holmes per risolvere un caso di assassinio durante l’episodio Lonely among us (Solo in mezzo a noi, sesto episodio della prima stagione). Altri episodi dove Data (accompagnato da La Forge/Watson) vestirà di nuovo i panni di Holmes saranno Elementare, caro Data (terzo episodio della seconda stagione) e La nave in bottiglia (dodicesimo episodio della sesta stagione).