L’invenzione di Moreldi Adolfo Bioy Casares Editore: Bompiani, Milano – 1985 (Bioy Casares nato a Buenos Aires nel 1914, e morto nella stessa città nel 1999) è uno dei maggiori scrittori della letteratura fantastica universale. All’inizio del 1940 conosce Jorge Luis Borges e avvia con lui un rapporto di amicizia e collaborazione destinato a durare fino alla morte), libro consigliatomi da Faramir sempre all’interno della sua rubrica Lost books.
“Nell’assolato e labirintico scenario di un’isola deserta dei Tropici, un misterioso scienziato e la sua corte di amici ripercorrono un’antica illusione degli umani: sottrarsi attraverso l’Arte alla corruttibilità della Vita e divenire pura Forma. Ma l’immortalità dei personaggi passa necessariamente per la loro morte, a cui segue di poco quella del narratore, involontario testimone degli eventi. L’eternità toccherà solo al suo racconto, dove si scrive il ricordo dei fatti: “Queste righe rimarranno immutabili”.
In effetti le similitudini con Lost sono più di una, l’azione si svolge su di un isola decisamente misteriosa, all’interno di quest’isola improvvisamente compaio degli “Altri” un gruppo di persone che il protagonista ritiene ostili, all’interno di questa cerchia di persone si parla di un amico di nome “Charlie” che (SPOILER per chi non ha visto la 3° stagione di Lost) – è morto da poco – inoltre l’atmosfera è sempre sospesa tra la dimensione onirica e la realtà, la morte e la vita si confondono creando tensione emotivà e mistero.
Il libro è molto bello e leggibile in poche ore, un’altro tassello alla trama di Lost è stato aggiunto.