Permutation City di Greg Egan, Editore: Shake, Milano – 1999.
Greg Egan uno dei più noti rappresentanti della hard science fiction, insieme a Charles Stross con una propensione per l’associazione Informatica/Fantascienza. Il suo procedimento narrativo è quello di prendere una teoria scientifica ancora poco conosciuta, oppure una tecnologia, come ad esempio la realtà virtuale e sviluppare una trama attorno.
In questo senso Permutation City si presenta una metafora della mente e delle sue possibilità di controllo. Un sistema di calcolo sufficientemente potente da controllare i cicloni (l’esempio di termodinamica del non equilibrio per eccellenza), come accade nel romanzo, è in grado anche di controllare la mente e la coscienza.
Trama: La personalità degli esseri umani viene digitalizzata e, attraverso modelli neurologici e algoritmi, viene riprodotta e fatta “vivere” in ambienti artificiali residenti nella rete dei computer. Queste Copie, a causa delle limitate risorse di calcolo disponibili, vivono al ritmo di un tempo soggettivo ridotto di sedici volte rispetto a quello esterno degli esseri in carne e ossa. In questa esistenza inquietante in cui sono calate le Copie (o più propriamente i backup digitali delle menti degli esseri umani), dove si corre il rischio di non essere ricalcolati dai processori imprevedibilmente impegnati nell’esecuzione di alti programmi, l’ossessione è quella della sopravvivenza digitale, di salvaguardare la rete e i server per mantenere quanto possibile la copia fedele all’originale.